top of page

60: CINESE E ABRUZZESE

  • Immagine del redattore: Riccardo Mezzatesta
    Riccardo Mezzatesta
  • 16 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Sto cercando di imparare il cinese e l'abruzzese. Con scarsi risultati, in entrambi i casi.


Sono uno che si prende fisse. Solitamente assurde ma intense. Se avete letto il libro, sapete che appena arrivato a Lanciano, per ragioni ancora ignote, mi sono messo a studiare la metrica italiana.


Pensavo di aver toccato il fondo della mia perversione, ma poi è arrivato il cinese.


Non ve ne ho mai parlato, ma in effetti, le prime volte che mi sono seduto ai tavoli di legno del pubbetto (e non conoscevo ancora nessuno) avevo davanti un libro di grammatica cinese, e un quaderno per cercare di riprodurre i disegnini che chiamano parole. Così ogni volta che vado da SUPERCINA, o dalla sarta in Corso Bandiera, tento qualche parola in cinese. "Buongiorno quanto costa? Grazie. Arrivederci." E ogni volta esco devastato dal fatto che neanche capiscono che sto cercando di parlare cinese. Lo so cosa state pensando: ma perché ti sei impelagato in una roba del genere? Risposta breve, ma vera: perché sono un pervertito.


La cosa è ulteriormente complicata dal fatto che, in parallelo, sto cercando di imparare qualcosa di abruzzese, o almeno il lancianese, e devo dire che non sarà mandarino, ma quasi. Pronunciare bene "Dio te bèndic" non mi rimane molto più semplice di dire 中国菜. Cerco di aiutarmi con quelle pseudo-regole che mi pare di cogliere: ecco le principali.


L'articolo si usa spesso e a sproposito.

Non fa caldo. Fa lu cald'. Non fa freddo: fa lu fredd'. Il Cairo è l'unica città con l'articolo nel nome? Sbagliato. C'è anche Lu Uast' , Vasto.


ST in realtà si pronuncia con SHHT.

Si scrive stappost, si pronuncia shtapposht (con il suono sh come se stessi azzittendo qualcuno).


SI si pronuncia SCI.

Se per Dante l'Italia è il "bel Paese dove il suona", Lanciano è la bella cittadina dove scì impera. O anche scìne, da cui il celeberrimo detto


("Sì che sì, ma sì a tutto no!", che il mio capo mi disse al secondo giorno di lavoro, mandandomi in panico e confusione).


L'ultima vocale non esiste.

O si pronuncia pochissimo, tipo in francese. Un tizio fico non è fregno, è fregn'. Il malocchio è l'occhiature, ma in realtà è più vicino a occhiatur. Del resto come mi faceva notare Uranio Giornalista le influenze francesi ci sono state, "vicolo" si dice ruve, molto vicino al francese rue, strada.


A Lanciano nel dubbio metti una E in verbi e nomi...

Questo lo differenzia da altri dialetti, come il Vastese che predilige la A (come nel suo celeberrimo brudAtt de puAsch, brodetto di pesce). Si vede per esempio nella frase che qualche anima pia ci ha messo una serata a insegnarmi: Parem' du cechet' che fanno a petrann' ("Sembriamo due cecati che fanno a sassate", ci parliamo e non ci capiamo). Inoltre molte parole tendono a finire per E, ma come abbiamo detto l'ultima vocale quasi non la pronunci.


... In tutto il resto metti una U

L'articolo "il" si dice lu. "Questo" si dice cussù. "Quello" si dice cullù. "Così" si dice cuscì (di nuovo il suono SCI per SI).


Le vocali sono spesso chiuse...

Qui si dice fóto, con la O chiusa, come i pugliesi che vogliono farsi un selfie nei locali milanesi ("Una fóto una fóto una fóto!" gridano, mentre il sciur Brambilla lì vicino, orripilato, sta mangiando una cotolÈtta che si è portato nella schiscÈtta prima di tornare alla sua fabbrichÈtta). Si dice móto. La Madónna de lu pónte.


...Ma non sempre

L'altra sera al pubbetto, dopo 6 Cerasuoli, mi sono preso una ciòrva, con la O aperta, cioè una sbronza.



Quindi sì, il cinese è più difficile dell'abruzzese.

Ma comunque.



 
 
 

Comments


Milano-Lanciano sola andata

-

Cosa è successo dopo

  • alt.text.label.Instagram
  • alt.text.label.Facebook

©2022 by MilanoLanciano. Creato con Wix.com

bottom of page