CAPITOLO ثمانية و أربعون: SPARI NELLE CHIAPPE
- Riccardo Mezzatesta
- 5 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 9 nov 2022
Non mi aspettavo di assistere ad un sacrificio umano a Lanciano nel 2022. Ma andiamo con ordine.
La sera di Halloween si aspetta, al pubbetto, come fosse Natale, Pasqua e Ferragosto messi insieme.
(Sì Badoglio, lo so che non è un pubbetto ma una Birreria Artigianale, con le maiuscole, non è per sminuire, è affetto, è praticamente un vezzeggiativo, ok?)
Io mi presento vestito da "Ciclista investito", liberamente tratto da una storia vera: cioè nel mio completino da ciclista, con elmetto e camera d'aria a tracolla, ma mi esce il sangue dall'orecchio, dagli occhi e dalla bocca, e mi cola sulla giacca giallo catarifrangente.

"Fai caca' sotto." mi dice Matteo cameriere-guardiano, ed è credo il complimento più grosso che mi ha fatto in quasi due anni.
Alcune ragazze hanno ferite varie in faccia, o sono truccate come Pennywise. Una ragazza alta è in un mantello con cappuccio, ha una maschera bianca sul volto e una grande falce di legno in mano, due metri di manico per un metro di lama, ma come l'ha portata?
Tra i maschi spicca un tizio con una zucca gigante in testa, Johnny Prep

e uno degli Slipknot. Noto anche vari costumi militari, mimetiche e simili. Lo faccio notare a Mario Bellissimo (come si autoproclama al quinto rum). Lui mi guarda stupito e mi fa:
"Ma non sai che stasera spariamo a Luca?"
Luca è il co-proprietario, mastro birraio, e guardiano del fuori pub. Metallaro, bandana, capelli lunghi e occhi truccati, con qualsiasi tempo atmosferico e temperatura lo trovi al suo banchetto-pulpito davanti all'ingresso, fumando e bevendo con una resistenza invidiabile, e tenendo d'occhio la situazione. A dicembre, vedendolo giorno dopo giorno e ora dopo ora nella stessa posizione, ti viene il dubbio che sia rimasto congelato. I regolari appoggiano la birra sul banchetto, chiacchierano tra di loro e con lui; per qualcuno è una specie di guru, per tutti è una sorta di nume tutelare del pubbetto, un genius loci, direbbero i Romani (questo ricordatevelo, ci servirà più tardi).
Sotto, al centro, un primo piano del guru.

Allora, sembra che tutti gli anni, ad Halloween, Luca venga ucciso dai clienti.

Sempre in modo diverso: impiccato, torturato, e quest'anno sparato. Per finta s'intende, ma fa impressione.
Questa volta si è messo in un angolo, con un cappuccio insanguinato in testa e i vestiti pieni di sacche di sangue finto, mentre i clienti gli sparavano con i fucili ad aria compressa. In piedi, a fianco lui, la maschera bianca e la gigantesca falce della ragazza vestita da Morte.
E io che ho il cervello strano penso immediatamente: sto assistendo ad un rito sacrificale primitivo. Di quelli che ancora sopravvivono in qualche celebrazione, cristiana o meno. Penso a Pretoro, un borgo qui in Abruzzo, dove ogni anno si mette in scena il rapimento di un bambino da parte di un lupo, bambino che poi "ritorna come angelo".

Ma soprattutto penso al carnevale di Lula, un paesino della Barbagia, dove un Uomo-Montone (un genius loci?) viene trafitto e "ucciso" dagli abitanti del paese, sanguinando abbondantemente da un intestino di bue che tiene sotto le pelli, per poi risorgere poco dopo.

Come Luca, che terminata la fucilazione è di nuovo al suo pulpito, ad arrotolarsi una sigaretta.
Ma il carnevale di Lula è la versione sopravvissuta e moderna di un rito antichissimo: perché lo stesso rito "rinasce" spontaneamente, per mera goliardia, in un pub abruzzese del terzo millennio?
Risposta: perché siamo esseri umani. I nostri cervelli evidentemente funzionano allo stesso modo, in tutto il mondo e da migliaia di anni. E tendono a sputare fuori gli stessi miti, le stesse storie e gli stessi riti. Sacrificio rituale, ad opera della comunità, di un Dio- Re (o di un proprietario di pub-metallaro). Morte e risurrezione .
"Mi hanno fatto la bua quando mi hanno sparato alle chiappe." dice il Dio-Re, con un boccale da un litro in mano.
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